Redemption (FF di As - tutti i capitoli finora pubblicati)

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Cristina.robecco
view post Posted on 14/6/2011, 21:40     +1   -1




Seguono tutti i capitoli della FF di As. Si prega di non commentare in questa sezione
[Dove vedete che non ci sono le barrette musicali,basterà cliccare sul titolo della canzone per poterla ascoltare ; ) ]

IN CONTINUO AGGIORNAMENTO

ღ Redemption ღ
-the start-



~ Capitolo uno ~

Era sera tardi, forse le undici passate, e come sempre Scarlett stava camminando per quelle strade poco sicure. Se ne vedevano di ogni tipo: persone così ubriache da non reggersi nemmeno in piedi, ragazzi e ragazze che vendevano il loro corpo al miglior offerente, altri invece fumavano tutto quello che potevano pur di rinchiudersi in effimere illusioni. Ognuno di loro sembrava il fantasma di se stesso... era incredibile quanto la maggior parte di persone consideravano la loro vita meno di niente.
Piovigginava, ma nonostante ciò i nottambuli abitavano quelle strade, che avrebbero dovuto essere deserte.
Scarlett proseguiva tranquilla lungo la sua strada, quando sentì una rischiesta d'aiuto, così si fermò di botto e cercò di capire da dove poteva venire.
Una volta individuato il punto, ci andò immediatamente.
La richiesta veniva da un vicolo buio, ma grazie ai suoi sensi svilupparti, riuscì a vedere chiaramente cosa c'era davanti ai suoi occhi: una ragazza dai capelli rossi, vestiva solo con un top cremisi, una minigonna nera e i tacchi dello stesso colore, ma gettati poco più in là; tre uomini corpulenti che coprivano un'altra persona, un ragazzo, era accasciato a terra e teneva le mani sull'addome, dal quale fuoriusciva del liquido rosso chiamato sangue. Respirava a fatica, ma qualcosa in lui gli impediva di arrendersi. Scarlett allora decise di intervenire, doveva liberarsi di quei tre il più presto possibile, per poi dedicarsi al ragazzo.
Scarlett picchiettò sulla spalla del più grosso, che quando si girò gli bastò guardarla per cadere a terra; il secondo cercò di colpirla, ma lei tese il braccio davanti a sè, con i palmi rivolti verso di lui, e questo fu scarabentato diversi metri più in là; il terzo invece non reagì, si limitò a fissarla con gli occhi che per poco uscivano dalle orbite, per spaventarlo Scarlett ringhiò e lui si coprì il viso col braccio, poi, quando vide che lei si precipitò verso il ragazzo, cercò di svignarsela, ma Scarlett lo colpì alla schiena facendogli lanciare un urlo di dolore.
Così un'altra volta ci pensi bene prima di fare il balordo.
-E' un tuo amico?- chiese Scarlett con tono gentile, la ragazza però non spiccicò parola e lei capì che quella risposta muta era un no, perchè la sentì scuotere la testa.
Scarlett cercò di togliere le mani del ragazzo dall'addome sanguinante e valutò la situazione.
E' grave, ma posso aiutarti.
Si voltò verso la ragazza, che si accasciò come un sacco vuoto, poi con uno schiocco di dita la ragazza sparì, ora era nel suo letto e l'indomani avrebbe realizzato che tutto quello era stato solo frutto di un incubo.
Scarlett tornò a concentrarsi sul ragazzo, poggiandogli il capo sulle sue gambe e procedette con la guarigione. Gli passò la mano sopra la ferita, ma senza toccarla e si fece largo un piccolo bagliore, mentre i battiti di quel cuore umano andavano pian piano diminuendo.


~ Capitolo due ~

Scarlett posò il palmo sulla fronte del ragazzo, poi fece scivolare lentamente la mano sul petto per sentirne i battiti. Stavano ritornando regolari.
Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, come se si stesse svegliando da un lungo sonno, poi si guardò in giro. Sembrava lucido dato che si mise a sedere, portando le mani sull'addome.
-Credevo stesse sanguinando- disse lui, Scarlett fece per rispondere, ma preferì aspettare ancora un po'. -Dove sono quei tre?!- continuò il ragazzo, alzandosi in piedi, solo che barcollò. Scarlett gli fu subito vicino, parandosi davanti a lui e prendendolo per le spalle.
Lui strizzò gli occhi e appena si rese conto che la ragazza davanti a sè non era la rossa, indietreggiò e i suoi occhi ri riempirono di una strana ombra, quella del panico.
-Lei dov'è?-
-Al sicuro- rispose Scarlett, ma il ragazzo le lanciò un'occhiata diffidente. -Non le è successo niente, ora è a casa sua e dorme. Domani crederà di essersi sognata tutto-
-E tu chi saresti, una strega?-
-No, io sono molto più pericolosa- rispose lei con un sorriso sghembo.
Vedendo che il ragazzo stava bene, Scarlett si allontanò di qualche passo e fece per andarsene.
-Aspetta un momento solo. Ricordo perfettamente cosa stava succedendo: io stavo sanguinando e ora sono miracolosamente guarito- i due restarono a guardarsi per diversi secondi, poi, con un mezzo sorriso, Scarlett disse: -Sei stato fortunato-
-La fortuna non perde il suo tempo con me- lo sguardo del ragazzo era severo e i suoi lineamenti si fecero duri.
-Chissà che non abbia cambiato idea- poi, senza pensarci tanto, Scarlett si voltò e se ne andò.
La pioggerella era diventata pioggia, lungo le strade non si vedeva quasi nessuno e l'unico suono che si udiva erano le gocce sull'asfalto.
Scarlett tirò su il cappuccio della felpa, continuando a camminare per la sua strada, poi si fermò davanti al gazebo del parco.
-Vuoi assicurarti che arrivi a casa sana e salva o la tua è semplice curiosità?- si voltò e il ragazzo era completamente bagnato.
Ci pensò su un po', poi rispose.
-Entrambe le cose- lei sospirò e gli fece cenno di seguirla nel gazebo, almeno lì potevano ripararsi.
-So cavarmela da sola, non ho bisogno della scorta- e si voltò verso il ragazzo: gocce di pioggia gli rigavano il viso, altre invece scivolavano lungo i suoi riccioli biondi e restavano come intrappolate sulle punte dei capelli, per poi cedere e andare a cadere sulle spalle.
-Cosa mi hai fatto?- Scarlett sospirò e deglutì.
-Ti ho aiutato- si limitò a rispondere.
-Sai bene cosa intendo-
-E io ribadisco, ti ho aiutato- il che non era falso.
-So mantenere i segreti-
-Buono a sapersi- rispose lei. -Quando avrò bisogno di un confessore saprò a chi rivolgermi- continuò dicendo con un falso tono serio.
L'aria, che sapeva di peperoncino, pizzicò le narici di Scarlett.
Rabbia.
-Ok! Vorrà dire che scoprirò da solo cos'è successo- disse il ragazzo stizzito.
-Buona fortuna- gli augurò lei, le piaceva provocare.
Il ragazzo la guardò con gli occhi che sembravano due fessure.
Dopo un breve momento di silenzio, Scarlett riprese a parlare.
-Non capisco perchè ti preme così tanto sapere cosa è successo... voglio dire, una volta scoperto tutto diventerai per caso un supereroe?- domanda retorica,naturalmente. -Qualcosa mi dice di no. Non cambierà niente- si parò davanti a lui e lo fissò negli occhi. -E tieni bene a mente che certe cose è meglio lasciarle chiuse nella scatola dei misteri- Scarlett si allontanò piano piano, un passo dietro l'altro, poi si voltò, scese gli scalini del gazebo e andò.


~ Capitolo tre ~

[...] may angels lead you in [...]
-possano gli angeli guidarti-
Jimmy Eat World "Hear you me"



L'indomani si presentò come una giornata serena: nuvole bianche e voluminose come il cotone viaggiavano in quella distesa azzurra, ma nonostante il bel tempo, tirava un venticello freddo e l'aria tratteneva ancora l'odore della pioggia.
Alle prime luci del giorno, i nottambuli ritornarono nei loro nascondigli e lasciarono che le strade si riempissero delle tante persone pronte ad affrontare una nuova giornata.
Scarlett levò il cappuccio della felpa, lasciando che il sole toccasse i suoi boccoli castano ramati, poi ricordò e andò immediatamente a ripararsi sotto ad un albero. Deglutì e chiuse per un istante gli occhi color cioccolata, c'era sempre qualcosa che le faceva ricordare la sua condanna e per quanto ciò le facesse male, non si lamentava.
Sospirò e riaprì gli occhi, il vento le scompigliò i capelli, ma non potè sentire quella carezza sulla sua pelle, un altro promemoria della sua condanna.
Riprese il suo cammino, stando attenta a non spostarsi dall'ombra ed esaminò bene ciò che l'aspettava. Ormai il suo "lavoro" lo faceva da tanto tempo, ma cercava sempre un nuovo modo di affrontare le situazioni che l'aspettavano.
Scarlett percepì nell'aria un odore amarognolo, ma anche qualcosa di simile al dolciastro e il piccante.
Paura e confusione.
Si fece strada fra le varie persone, che andavano nella direzione opposta alla sua, e di tanto in tanto si fermava per capire dove doveva andare.
Quando trovò la meta si accorse di essere davanti ad una palazzina di dieci piani, alzò il capo e sul tetto le sembrò di vedere qualcuno, si guardò in giro rapidamente e poi agì, doveva sbrigarsi prima che qualcuno si accorgesse di ciò che stava succedendo; le folle di curiosi non le piacevano e men che meno i giornalisti, così impiccioni da innervosirla.
Scarlett entrò nella palazzina, si assicurò di essere sola e in un baleno si ritrovò sul tetto, sollevando una piccola folata d'aria nel punto in cui si trovava fino a qualche secondo fa.
Valutò bene l'intera situazione e dopo si mise all'opera.
-Se fossi in te, io non lo farei- disse con tono deciso, ma gentile.
La persona che le dava le spalle si voltò di scatto con sguardo confuso.
-E' un bel volo da qui fino a laggiù- mise le mani nelle tasche della felpa e fece qualche passo verso l'interlocutore, che però indietreggiò. Scarlett allora di fermò.
-Però se ami il rischio e la forza di gravità non è un problema, accomodati- la ragazza dai lunghi capelli biondi era sempre più confusa.
-Che diavolo stai blaterando?!-
Ecco che riprende lucidità.
-Mi sembra che tu non vedi l'ora di lasciarti cadere nel vuoto, o sbaglio?-la ragazza deglutì.
-Non sono affari tuoi-
-Vero, ma...-
-No! Niente ma. Tu non mi conosci...-
-Hai ragione, non ho la più pallida idea di chi tu sia, ma sai perchè ti sconsiglio di buttarti? Perchè per quanto la tua vita faccia schifo, l'unica che ne ha il controllo sei tu. Suicidandoti dimostri solo di essere debole e un'egoista del cavolo!- l'aria sapeva di peperoncino.
Rabbia...siamo sulla buona strada.
-Ma chi accidenti ti credi di essere?!-
-Sono il tuo incubo peggiore- rispose Scarlett con un ghigno sulle labbra. -Ti faccio il quadro della situazione: nel momento esatto in cui ti schianterai a terra, io mi prenderò la tua anima, che tu sia credente o no, le cose non cambiano. Dopodichè ti porterò in un bel posticino grigio, umido, anche maleododrante se vogliamo, lì la tua piccola anima suicida vivrà nel tormento eterno, senza mai conoscere il perdono. Ti sottoporrò a così tanti bei giochini finchè sarai come o peggio delle altre anime. Come significa che vagabonderai come una folle, hai presente le persone dei manicomi? Ecco, quella è l'idea. Peggio significa che... bè, non è affatto una bella prospettiva, diventeresti il giocattolo di molti, e con giocattolo intendo che abuseranno della tua anima a loro piacimento e la cosa divertente sarà che non potrai rifiutarti-
L'aria era molto più che amara.
E' terrorizzata.
-Sta a te deciere. Vivere con me o prendere in mano le redini della tua vita. Ti ricordo che non so chi sei e non ho motivi per raccontarti bugie, ciò che ho detto poc'anzi è tutto vero. Puoi anche non credermi e rischiere, ma sappi: una volta presa la decisione non si torna più indietro-
-Va' a farti fottere- la ragazza era assalita dalla paura, ma cercava di mostrarsi sicura.
-Non se a mandarmi è una vigliacca come te- Scarlett sapeva che ormai mancava poco alla decisione; solo col guardare quella ragazza, aveva capito che quella spavalderia era solo una maschera, dietro alla quale si nascondeva tanta insicurezza. Così Scarlett misurò bene ogni parola per poterla aiutare.
La ragazza si lasciò cadere a terra, abbandonandosi a un pianto liberatorio. Scarlett la raggiunse e la strinse forte tra le sue braccia.
Una volta raggiunto il pian terreno, la ragazza bionda abbracciò ancora una volta la sua salvatrice, ringraziandola per tutto, compresi i consigli che avevano accompagnato i suoi singhiozzi.
-Ora vai e lasciati guidare dalla tua forza interiore- Scarlett sciolse l'abbraccio e incoraggiò la ragazza ad andare, questa annuì sorridendo e camminò verso la porta della palazzina, pronta ad uscirvi per affrontare il futuro, solo che quando si voltò per ringraziare ancora la sua salvatrice, non vide più nessuno. I suoi occhi la cercarono per un istante, ma poi la ragazza sorrise e andò.
Scarlett uscì dal suo nascondiglio improvvisato, sospirò soddisfatta di come erano andate le cose e si lasciò scappare un sorriso orgoglioso. Dopo un paio di minuti uscì anche lei dalla palazzina, pronta a riprendere il suo cammino.


~Capitolo quattro~

[...] I will never let you fall(let you fall)
I'll stand up with you forever
I'll be there for you through it all(though it all)
Even if saving you sends me to heaven [...]
-Non ti farò mai cadere
Mi alzerò con te per sempre
Sarò lì per te qualsiasi cosa accada
Anche se salvarti mi manderà in cielo-
The Red Jumpsuit Apparatus "Your guardian angel"



Alcune nuvole avevano nascosto il sole, sempre più persone occupavano le strade e il tempo continuava a trascorrere, come se fosse inconsapevole di tutto ciò che accadeva.
La giornata di Scarlett proseguì movimentata come sempre: salvò un bambino che stava per essere investito; evitò che un vaso, piuttosto grande, di fiori cadesse in testa ad un signore; diede una bella lezione ad un gruppo di teppisti, o per meglio dire idioti, che come iniziazione avevano dato ordine ai nuovi arrivati di rapinare un piccolo negozio di alimentari; convinse un ragazzino, di circa tredici anni, a ritornare a casa perchè non era scappando che si risolvevano i problemi e naturalmente fece anche a lui un convincente quadro della situazione; infine evitò un altro tentativo di suicidio, ma sudò sette camicie prima di convincere la persona a prendere la giusta decisione. Purtroppo, però, non sempre c'era un lieto fine, infatti qualche volta capitò anche che Scarlett non riuscisse a far rinsavire la persona che minacciava di buttarsi nel vuoto.
Ormai era sera, il cielo era grigio, le foglie degli alberi sventolavano come tante piccole bandierine, l'aria soffiava sempre più forte, segno che a breve avrebbe piovuto, e poco a poco le persone facevano ritorno a casa, dopo una lunga giornata di lavoro.
I lampioni si accesero per illuminare le strade e Scarlett evitò accuratamente il contatto con qualsiasi fonte di luce.
Camminò ancora per un po', dopo si fermò sotto ad un albero e restò a guardare le persone; si soffermò su una coppietta che si scambiava sguardi languidi, tenere carezze e baci profondi e intensi, un'altra coppia invece si baciava con così tanto ardore che tra un po' concepiva direttamente lì, a quel pensiero Scarlett rise, poi il suo sguardo si spostò su un gruppetto di amici, tra i quattordici e i sedici anni, chiaccheravano, scherzavano e ridevano spensierati, non accorgendosi minimamente di quello che accadeva sotto al loro naso: un paio di loro amici facevano quel gioco di sguardi che aveva da sempre attirato la curiosità di Scarlett, si domandava come fosse possibile parlare in quel modo, cioè senza usare le parole.
Il ragazzo in questione teneva tra le braccia la sua ragazza, accarezzandole la schiena, mentre guardava desideroso l'amica, quest'ultima baciava il collo del suo ragazzo e intanto si scambiava quegli sguardi con l'amico... era come se con quei gesti volessero dirsi "questo lo sto facendo a te". Quel linguaggio muto, segreto, dei due giovani amanti era intrigante.
-Ma guarda com'è piccolo il mondo...- Scarlett fu bruscamente riportata alla realtà.
-Ma che sorpresa- disse lei mentre si voltava, capendo già d aprima di chi si trattava.
-Pensavo di non rivederti più, invece...-
-Bè, mi spiace se sei deluso-
-No, no- si affrettò a rispondere lui, Scarlett cercò di fermare quel sorriso divertito che stava per disegnarsi sulle sue labbra. -Mi fa molto piacere rivederti, anche perchè volevo ringraziarti- lei piegò leggermente il capo verso sinistra, come sono soliti fare gli uccellini quando osservano qualcosa, e restò a guardare il ragazzo. -Non sono ancora riuscito a capire cos'è successo ieri, ma sono sicuro che sei stata tu a guarirmi, quindi... grazie...- deglutì e il suo odore si fece più intenso, poi abbassò il capo per guardarsi le scarpe.
E' in ansia per la mia risposta.
-Ti ho semplicemente aiutato- disse lei.
-Sì, lo so- replicò lui, tornando a guardarla. -Me lo hai detto anche ieri, solo che hai dimenticato di precisare il come- Scarlett sospirò. -Tranquilla, quello lo scoprirò da me-
-Sì, lo so, me lo hai detto anche ieri- disse lei e i due sorrisero. -Come sta la tua amica?-
-Pensa sia stato tutto un brutto sogno- Scarlett annuì.
-Mi fa piacere che ricordi l'accaduto come un incubo, è la cosa migliore-
-Credo anch'io- convenne il ragazzo.
Dopo alcuni secondi lui riprese a parlare.
-Non credo ci siamo ancora presentati, sono Liam- e tese la mano, Scarlett esitò un momento, ma poi si decise e quando si preparò a stringerla, Liam l'anticipò voltandola e facendole il baciamano, quello vero, dove le labbra del gentiluomo non toccano il dorso della mano della dama.
Scarlett restò a guardarlo un istante, dopo fece un mezzo sorriso.
-Milady, pensate sia degno di conoscere il vostro nome?-
-Non so mio prode cavaliere... e se vi dicessi che è peccato?-
-Il peccato diventerebbe virtù se pronunciato dalle vostre celestiali labbra- lei sorrise.
-Scarlett- Liam la guardò da sotto le sopracciglia.
-Il vostro nome è musicale... dolce come una pioggia ristoratrice e purificante- il sorriso di Scarlett si allargò.
-Addirittura, deduco che il mio nome vi ha molto colpito-
-Rimarrà per sempre nel mio cuore, come inchiostro indelebile- quella frase la colpì molto... fu come se non fosse la prima volta che la udiva, ma subito pensò che si trattava solo della sua immaginazione.
-Sei molto bravo ad usare le parole, sai?-
-Grazie- rispose con un inchino. -E' utile anche nel mio lavoro- quando si accorse delle parole pronunciate, Liam s'irrigidì, Scarlett lo notò ed evitò di fargli domande al riguardo.


~Capitolo cinque~

what day is it?
and in what month?
this clock never seemed so alive [...]
cause it's you and me and all of the people
with nothing to do
nothing to lose
and it's you and me and all of the people
and I don't know why
I can't keep my eyes off of you
all of the things that I want to say
just aren't coming out right
I'm tripping on words
you got my head spinning
I don't know where to go from here [...]
what day is it?
and in what month?
this clock never seemed so alive.
-che giorno è?
e in che mese?
questo orologio non era mai sembrato così vivo[...]
perché siamo io e te e tutte le persone
con niente da fare
niente da perdere
e siamo io e te e tutte le persone
e io non so perché
non riesco a distogliere gli occhi da te
tutte le cose che voglio dire
non vengono per niente fuori bene
sto inciampando nelle parole
mi fai girare la testa
non so dove andare da qui [...]
che giorno è?
e in che mese?
questo orologio non era mai sembrato così vivo-.
Lifehouse "You and Me"



Liam si costrinse a lasciare la mano di Scarlett e indietreggiò di un passo.
-Stavi ritornando a casa? Ti accompagno-
-No, non andavo a casa- rispose lei. -Ma se non hai niente da fare puoi tenermi compagnia- Liam sorrise compiaciuto e annuì.
Lei lo incuriosiva molto e quando Liam la guardava era come se fosse ipnotizzato, gli occhi di Scarlett brillavano di una luce speciale, un misto di amore, dolore e peccato.
-Dove andiamo?- chiese Liam.
-Ovunque- rispose Scarlett sospirando. -Tu dove vorresti andare?-.
Lui la guardò, come per valutare cosa dire.
- Su Marte? Sulla luna? All'orzzonte dove tramonta il sole...?- sospirò anche lui, inumidendo le labbra con la punta della lingua. -Credo che anch'io mi prenoterò per ovunque, infondo mi sembra un posto interessante- abbassò lo sguardo verso Scarlett e la vide sorridere, qualcosa dentro di lui scattò.
-Come te lo immagini il tuo ovunque?- chiese lei con uno sguardo curioso, come quello di una bambina.
Liam ci pensò.
-Segreto- e le fece l'occhiolino.
Lei in tutta risposta gli regalò un sorriso pieno di... tutto. Liam pensò che mai nessuno gli aveva fatto un sorriso così spontaneo, sincero, e mentre pensava a ciò, gli balenò un ricordo sfocato, che così come arrivò se ne andò.
Solo quando furono sotto ad un lampione Scarlett tornò in sè e si allontanò bruscamente.
-Hey, tutto bene?- domandò Liam e lei si voltò per andare a rifugiarsi sotto ad un albero.
Devo fare più attenzione.
-Hemm... sì, sto bene-
-Sicura?-.
Lei annuì.
-Va bene-.
-Ti dispiace se ci sediamo?-
-No, certo che no- rispose lui con un sorriso e presero posto nella panchina lì vicino.
Sospirarono entrambi, si guardarono e risero; Liam scivolò leggermente sul sedile della panchina, in modo da poggiare il capo sullo schienale e godersi meglio l'incredibile spettacolo che l'immensità del cielo regalava. Scarlett lo guardò incuriosita, come prima, e pensò di imitarlo.
Avevano entrambi il viso rivolto verso l'infinito.
-Sai, prima mi domandavo cosa sentiva una stella nello stare lassù, poi però ricordavo che sono solo masse di gas...-
-Ti svelo un segreto- bisbigliò Liam. -Le stelle sono gli occhi degli angeli che vegliano su di noi- Scarlett sentì comprimersi qualcosa che stava nella parte sinistra del suo petto e quella frase precisa identica le risuonò nella testa, era l'eco di un lontano ricordo, solo che più si sforzava di mettere a fuoco e meno ci riusciva.
Cosa mi sta succedendo? Tutto d'una tratto vengo riempita di immagini fulminee e non ne vengo a capo... e cos'è quella compressione che sento sul petto...? Forse questo ragazzo è un nemico... No, se così fosse lo avrei percepito e poi l'ho visto sanguinare. Credo non sia una buona idea frequentarlo... eppure mi sento così bene in sua compagnia...
Iniziarono a cadere alcune gocce di pioggia e Liam si tirò su a sedere: una goccia solitaria dallo zigomo scivolò fino al mento, lasciando una scia invisibile del suo passaggio.
Scarlett avrebbe voluto toccare quel breve e umido cammino sulla guancia di Liam, ma sarebbe sembrato alquanto strano che una sconosciuta si prendesse certe libertà e poi le sue dita non potevano più sentire diverse cose. Altro promemoria della sua condanna.
-Forse dovremo trovare un posto per ripararci - disse Liam.
-Non è necessario, tra poco smetterà-
-E, dimmi, come fai a saperlo?-
-Segreto- e gli fece l'occhiolino.
Lui sorrise divertito.
I boccoli di Scarlett furono mossi dal vento e una ciocca le sfiorò il viso, le dita di Liam si mossero di scatto e lui dovette aggrapparsi a quel po' di lucidità che gli restava, pur di tenere ferme le mani, ancora desiderose di un altro contatto con lei.
Scarlett spostò la ciocca e Liam sembrò tirare un respiro di sollievo.


~ Capitolo sei ~

[...] I hate everything about you
Why do I love you [...]
-[...] Odio tutto di te,
perchè ti amo? [...]-
Three Days Grace "I Hate Everything About You"


Le nuvole si aprirono come un sipario, lasciando che la luna e le stelle illuminassero ogni cosa.
Liam e Scarlett guardarono davanti a sè e restarono in quel impeccabile silenzio ancora per un po', finchè non si accorsero che il tempo era voltato e Liam doveva andare.
-Mi dispiace, resterei ancora qui con te, ma devo andare-
-Certo, non preoccuparti-.
Liam si alzò e si voltò per andare solo che doveva chiederglielo, anche a costo di fare la figura dell'idiota.
-Dove posso rivederti? Cioè, forse sarebbe più corretto ed educato sapere se posso ancora avere l'onore di rivederti-.
Scarlett lo fissò per una manciata di secondi, sentendo nell'aria l'odore di menta. Ansia.
-Certo che possiamo rivederci- rispose con un sorriso.
La menta svanì piano piano e l'essenza di Liam tornò a riempire l'aria.
-Bene- disse lui, che quasi quasi non riusciva a trattenere l'allegria.
Odore di estate e acqua fresca... è felice.
-Dove...-
-Mi trovi sempre qui nel parco- disse Scarlett ancora prima che lui potesse finire la frase.
-Bene... allora ci vediamo-.
Si salutarono entrambi con un sorriso, poi lui andò e Scarlett restò lì ferma a guardarlo, finchè lui svanì anche alla vista sviluppata di lei.
Subito dopo si sollevò una folata d'aria e Scarlett si voltò di scatto.
Da dietro l'albero comparve una figura, si fece avanti piano piano, mentre alcuni raggi argentati, che filtravano dai rami, la sfioravano, anche se sembrava temessero si posarsi su quella misteriosa creatura.
Scarlett conosceva molto bene quel odore, se lo ricordava perfettamente, nonostante fosse passato moltissimo tempo.
Un ragazzo, circa sul metro settantotto e tutto vestito di nero, si parò davanti a lei.
-I miei ossequi, Milady- e il ragazzo fece un inchino.
Scarlett restò a fissarlo.
-Da come mi stai guardando deduco che sei alquanto sorpresa di rivedermi- la sua voce era come l'acqua fresca di un torrente per un assetato, soave come il velluto, calda come il fuoco; ogni sua parola, poi, ardeva di passione, possesso, desiderio... eccitazione.
Scarlett deglutì e poi si alzò.
-Cosa ti porta da queste parti?- chiese con tono gentile, ma sguardo ostile.
-Tu- rispose lui.
Lei fremette e il ragazzo sembrò accorgersene, infatti un angolo della sua perfetta bocca si sollevò in un mezzo sorriso.
-Puoi anche tornare da dove sei venuto. Non mi servi- disse lei, fissandolo dritto negli occhi.
Il ragazzo le si avvicinò, si chinò e portò le labbra vicino all'orecchio di Scarlett.
-Mi manchi terribilmente- sussurrò lui.
Lei sentì un brivido percorrere ogni parte dle suo corpo e quelle parole le entrarono nelle vene come un dolce veleno. Voleva tanto allontanarlo, per fermare tutto ciò che sentiva, ma era come pietrificata.
Il ragazzo si allontanò piano piano, come a voler prolungare l'agonia di Scarlett, poi restò a guardarla.
-Sei ancora più bella di come ti ricordavo-.
Soffiò un lieve venticello che accarezzò i capelli color cannella del ragazzo e i boccoli catano ramati di Scarlett.
-Per non parlare del tuo profumo- e fece un profondo respiro per riempirsi dell'essenza di Scarlett.
-Non hai idea di come mi sentivo senza di te. Tutte le notti il tuo ricordo aleggiava nella mia stanza, come un fantasma torturatore. Avrei dato qualunque cosa pur di averti ancora lì con me... nel mio letto, sotto il mio tocco, mentre...-
-Smettila!- esclamò Scarlett, stringendo forte i pugni e affondando le dita nella carne, a chiunque altro si sarebbero formate delle mezze lune sanguinanti, ma non a lei. Un altro dei tanti promemoria della sua condanna.
-Qui perdi solo il tuo tempo. Tornatene nel tuo buco- sibilò Scarlett.
La bocca del ragazzo andò a disegnare un ghigno, che gli diede un'aria più attraente e malvagia.
-Spiancente, ma non senza di te-
-Ah. Ah. Ah. Come sei spiritoso-
-Scarlett, è inutile nascondere ciò che senti per me-
-Io non nasconodo niente, infatti ti odio-.
Invece io no. Pensò lui.
L'espressione del ragazzo non cambiò, ma i suoi occhi lo tradirono, avrebbe voluto abbandonarsi all'ira, ma si limitò a contrarre la mascella e mandare giù il boccone amaro della rabbia.


~ Capitolo sette ~

[...] And bury me deep inside your heart
All I ever wanted was you, my love
You...all I ever wanted is you, my love
Your're all I ever wanted, just you [...]
[...] My heart stops beating only for you Baby
Only for you Darling [...]
[...] E seppelliscimi nel profondo del tuo cuore
Tutto quello che ho sempre voluto eri tu, amore mio
tutto quello che ho sempre voluto sei tu, amore mio
Tu sei tutto quello che ho sempre voluto, proprio tu [...]
[...] Il mio cuore smette di battere solo per te, ragazza
Solo per te cara [...]
Him "Bury me deep inside your heart"


Dopo mezzo minuto il ragazzo si lasciò scappare un ghigno e guardò Scarlett da sotto le sopracciglia.
-Se mi odi è perchè mi hai amato e la cosa mi sta bene. Se l'unico sentimento che posso ottenere da te è questo, l'odio, vedrò di accontentarmi-.
Scarlett lo fulminò con lo sguardo e i suoi occhi color cioccolata sembrarono diventare di un rosso sangue.
-Sparisci- disse lei, cercando di mantenersi su un tono indifferente.
-Mi sembra di aver già fatto la mia proposta alla tua richiesta-
-Scordatelo- replicò lei, semplicemente sbuffando, anche se dentro provava così tanta rabbia verso quell'insolente, che la voglia di picchiarlo non le mancava.
-Oh, su, andiamo. Sai bene che un compromesso si trova sempre-
-Non scendo a compromessi... non questa volta-
-E' la tua unica via d'uscita, se vuoi che accetti la tua richiesta-.
Lo voglio strangolare... anche se non servirebbe a niente, ma almeno sarebbe una soddisfazione.
-Non ho nessunissima intenzione di ritornare in quel buco- disse lei con voce ferma, decisa.
-E chi ha parlato d'Inferno? Io intendevo portarti nella mia nuova casa, qui in città-.
Scarlett alzò un sopracciglio.
-Come hai detto, scusa? Tu hai una casa qui?- e prese a ridere di gusto, come se qualcuno le avesse raccontato la barzelletta più divertente di tutti i tempi.
-Sono contento di averti fatto ritornare il buon umore, almeno così posso godere ancora della tua risata cristallina- disse lui con aria compiaciuta.
Scarlett quasi si strozzò, così si schiarì la voce.
-Seriamente...- e si bloccò, ora che ci pensava, Scarlett non poteva chiamarlo con il suo vero nome, era la regola. -Quale nome hai scelto questa volta?-
-Il solito- rispose lui, con quel sorriso sfacciato, anzi non lo era solo quello, ogni cosa di quel ragazzo era terribilmente sfacciata... e provocante.
-Seriamente Alaric, non riesco proprio a credere che uno come te abbia pensato, anche solo lontanamente, di stabilirsi qui-
-Come vedi, sono pieno di sorprese- e soghignò.
-Già... certo...- disse lei sarcastica. -Bè, allora ci vediamo, eh?- e fece per andarsene.
-Non così infretta- e la trattenne per un braccio. -Vieni con me, a casa avrai tutto ciò che vuoi-
-Non ci tengo a farmi controllare da te-
-Io non ti controllo, mi assicuro solo che tu stia bene-
-Certo, come no- Scarlett voleva liberarsi da quella presa, ma il tocco di Alaric, in un certo senso, la rassicurava.
-Per favore, ascoltami- disse lui, con uno sguardo quasi implorante. -Tengo veramente a te- quelle parole gli uscirono come l'ultimo alito di vita di un moribondo, che implorava perdono e pietà.
-Non ti credo perchè se dicessi il vero saresti venuto con me quando te lo avevo chiesto!- esclamò lei, con il viso deformato dalla rabbia.
-E a quale scopo? Per farti da tappabuchi?!-.
La frase di Alaric riecheggiò nell'aria e martellò nella mente di Scarlett.
-Sai benissimo che non sei mai stato il mio tappabuchi- disse Scarlett dopo quasi un minuto, con aria frustrata, ma tono deciso.
-Però lo sarei diventato- replicò lui con un'aria delusa e uno sguardo triste, poi piano piano allentò la presa, lasciandola andare.
Scarlett sentì come un pugno al petto, che quasi le bloccò il respiro... guardò gli occhi a mandorla di Alaric e il loro bellissimo colore, giallo spiga, sembrò spegnersi.

Edited by Astrid von Hardenberg - 22/6/2011, 19:43
 
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Cristina.robecco
view post Posted on 18/6/2011, 22:14     +1   -1




~Capitolo dieci~

[...] I used to be scared of
Letting someone in
But it gets so lonely
Being on my own
No one to talk to
And no one to hold me
I'm not always strong
Oh, I need you here [...]
[...] Di solito ho paura di
Portare qualcuno qui
Ma è così solitario
Essere me stessa
Senza parlare con nessuno
E senza che nessuno mi tenga
Non sono sempre forte
Oh, ho bisogno di te qui [...]
Kelly Clarkson "Hear me"



I ricordi di Scarlett sfumarono e restò a guardare Liam.
-Come mai da queste parti?- domandò lei.
-Io ci...- Liam si bloccò, mica poteva dirle la verità. -Stavo facendo un giro...-
-Scusa un momento, hai detto "vuole compagnia signorina"...?- alzò un sopracciglio e la sua espressione sembrò quella di chi aspettava una spiegazione.
-Ti avevo vista da lontano e così eccomi qui-.
Scarlett lo fissò, sentendo odore di menta, ansia, e sale, bugie.
Perchè sta mentendo? Cos'ha da nascondere...?
-Cosa sei, il mio angelo custode?-
-Bè, quella che mi ha salvato sei tu, però l'idea di farti da angelo custode non è male- e le fece un sorriso sfuggente. -Chi l'avrebbe detto che ci saremo visti due volte in un giorno...-
-Già...-
-Ma come mai sei in giro a quest'ora?- domandò lui, pensando di prenderla contropiede.
-Non riuscivo a dormire- rispose lei con molta naturalezza.
-E vieni a farti un giro... proprio qui?- chiese Liam, cercando di nascondere la sua incredulità.
Scarlett annuì.
-Mi piace questo posto, ci vengo spesso-.
Incredibile, faccio tante storie per non volermi giustificare con Alaric, mentre con Liam, che è un estraneo, succede il contrario... eppure ho come la sensazione di averlo già conosciuto...
-Vederlo di giorno e ora di notte fa un certo effetto. E' sempre la stessa zona, però ha due facce completamente diverse-
-Puoi dirlo forte- convenne Liam.
Durante il girono, quella zona, era frequentata da skaters, ragazzi che facevano acrobazie su acrobazie, come se per loro non esistesse la forza di gravità. Di notte invece brulicava di nottambuli, gente di malaffare compresa.
-Che ne dici se andiamo da un'altra parte? Non vorrei che ci confondessero con gli altri ragazzi, sarebbe... imbarazzante-
Per te. Pensò Liam.
-Va bene, ma dove vorresti andare a quest'ora?-.
Liam fece un sorriso di chi la sapeva lunga, accompagnato da uno sguardo furbo.
-Seguimi e vedrai- rispose lui, porgendole la mano, Scarlett però lo prese sotto braccio.
-Fatemi strada, mio prode cavaliere- Liam sorrise divertito e poi andarono.
Passo dopo passo a Scarlett sembrò di essere ritornata a casa, tutte quelle persone che si abbandonavano alla lussuria e a quelle effimere illusioni, che si presentavano sotto forma di polverine bianche o di altri colori pastello, bevande dal colore verde, piccole pastigliette che sembravano bottoncini dalle varie forme e colori... quella gente era disposta a provare di tutto pur di abbandonare, anche solo per un momento, la propria vita.
-A cosa pensi?- domandò Liam.
-A tutto e niente-
-Interessante-
-Dici?-
-Dipende da cos'è il tuo tutto e il tuo niente- rispose Liam, guardando davanti a sè.
Scarlett invece era concentrata sui vari profumi che sentiva, principalmente cioccolata, lussuria.
-Liam, dove stiamo andando?-
-Ora vedrai- rispose lui, girando a sinistra.
Camminarono ancora per un paio di minuti, poi si fermarono.
-Arrivati-.
Scarlett restò a guardare la fabbrica abbandonata, dove, a differenza alle altre, non c'era nessuno.
-Era una fabbrica di orologi, come potrai ben capire da quello- e indicò l'orologio, ormai non più funzionante, sulla facciata. -Così almeno non dovremo sentire tutti quegli odori-.
Scarlett voltò di scatto la testa verso Liam.
-Anche tu riesci a sentire gli odori?-
-E chi non ci riuscirebbe con tutto quello che fumano e beveno-
-Ah, quegli odori...- mormorò lei e Liam la guardò con aria enigmatica.
-Già, in effetti hai ragione- chissà come mai le era venuta in mente una cosa del genere.
-Vieni, entriamo- disse Liam e Scarlett annuì.
Dentro si vedeva poco o niente, ma Liam si muoveva come se conoscesse a memoria ogni angolo di quel posto, al contrario Scarlett non aveva nessunissimo problema, anche se era la prima volta che ci metteva piede. Però c'erano dei finestroni, alcuni privi di vetri, che lasciavano filtrare l'argento della luna.
In giro qua e là c'erano degli assi di legno, qualche tavolo o dei grandi, ma soprattutto lunghi, scaffali, Scarlett notò anche che per un posto abbandonato, nella fabbrica non c'era tanta polvere.
-Da questa parte- disse Liam, dando per scontato che ormai anche gli occhi di Scarlett si fossero abituati alla "luce" del buio... se avesse saputo come stavano in verità le cose.
Si fermarono davanti a una rampa di scale.
-E' sicura- disse Liam, come se volesse rassicurare Scarlett.
-Se lo dici tu, mi fido- replicò lei. -Ma dove porta?-
-Sali e vedrai-
Scarlett però restò ferma al suo posto.
-Prima tu perchè io ho la gonna-
-Giusto... ok- e così iniziò a salire.
Scarlett lo seguì.
Una volta sopra, lei sistemò il gonnellino in stile tartan (viola e nero), poi sentì che Liam la prese per mano e la condusse davanti a...
-Una macchina?! E come ci è finita qui?- chiese lei.
-L'ho costruita io- rispose Liam
-E perchè mai avresti dovuto farlo qui e non là sotto, dove potevi anche guidarla?-
-Non mi serviva veramente, più che altro l'ho costruita per tenere certe volte la mente occupata e le altre libera-
-Bè, bella distrazione- Scarlett si poggiò sul cofano e Liam ci si sedette sopra.
-Dai, vieni con me- e la invitò a prendere posto.
Scarlett non se lo fece ripetere due volte e andò a sedersi di fianco a Liam, poi, una volta comoda, lisciò il gonnellino.
-Gli occhi degli angeli, giusto?- disse Scarlett dopo un paio di minuti.
Liam sorrise.
-Sì e vegliano su di noi-
-E' una cosa a cui credi o l'hai sentita dire in giro?-
-Entrambe le cose, anche se forse più la prima. Credo negli angeli... nonostante tutto- quel tutto di sicuro riguardava qualche episodio della sua vita.
-E cosa mi dici degli angeli caduti?-
-Dico che hanno fatto la loro scelta- seguirono alcuni secondi di silenzio.
-Tutto qua?-
-E cos'altro dovrei dire?-
-Non so, che molto probabilmente hanno sbagliato-
-Questo è vero, ma è comunque una loro scelta-
-Per cui se un giorno dovresti trovartene uno davanti, non lo disprezzeresti?-
-Dovrei...? Comunque no... penso di no... dipende dall'angelo, credo. Nel senso, è un po' come le persone, puoi trovarti davanti un ladro, ma se è pentito delle sue azioni sbagliate, penso meriti una seconda occasione-
-Ma gli angeli caduti non sono dei semplici ladri, loro sono creature che hanno fatto cose orribili-.
Liam sospirò.
-Non so che dire... io penso che se qualcuno si pente veramente, debba avere la sua seconda occasione, in modo da potersi redimere-.
Senza volerlo Liam aveva rivelato qualcosa che per Scarlett era importante.


~Capitolo undici~

[...] I can be your hero, baby.
I can kiss away the pain.
I will stand by you forever.
You can take my breath away. [...]
[...] Posso essere io il tuo eroe, piccola
Posso far sparire il dolore
Ti starò vicino per sempre
Tu riesci a togliermi il respiro. [...]
Enrique Iglesias "Hero"



Restarono entrambi nel loro perfetto silenzio, ascoltando i sussurri del vento e il suono della tranquillità.
Era una cosa bellissima poter stare in compagnia di qualcuno senza dover per forza parlare, bastava la presenza l'uno dell'altro... niente di più.
Liam poteva sentire i respiri di Scarlett, che facevano da sottofondo ai suoi pensieri, ed era qualcosa di inspiegabile; quella scena gli era familiare, come se mille altre volte is fosse trovato così: lui e lei che guardavano lo stesso cielo, mentre i loro profumi si confondevano e ignoravano ciò che succedeva al di fuori di quel momento.
Liam ebbe come l'impressione che le sue dita avessero già consciuto la pelle di Scarlett, ma, quasi immediatamente, la sensazione svanì.
Anche Scarlett sentiva i respiri di Liam, che cullavano i suoi pensieri.
Lei, dopo la sua scelta, aveva da sempre vissuto accompagnata alla sua solitudine, evitando accuratemente di legare con chiunque, quella volta invece le regole cambiarono, era come se il destino cercasse di farli incontrare sempre, ad ogni costo. E comunque, per il momento, non le dispiaceva la compagnia di Liam,era un ragazzo che sapeva ascoltare, anche il silenzio.
-Stelle cadenti- disse Scarlett dopo la sua lunga riflessione.
-Non ne vedo-
-Infatti non ci sono. Pensavo solo, se non conoscessi scentificamente le stelle, che fine avrebbero fatto-
-Potrebbero essere angeli caduti-.
In quel preciso momento Scarlett sentì un brivido... ebbe una cattiva sensazione, come se a breve si sarebbe verificato qualcosa di brutto.
Spero solo che Alaric non c'entri niente, altrimenti potrei fargli molto male.
-Già, potrebbero- disse Scarlett, cercando di scacciare quella sensazione, ma senza riuscirci, anzi si fece più pressante, qualcuna delle sua conoscenze era venuta a farle visita.
Maledizione! Cosa ci fanno qui?!
Mentre Scarlett si perdeva nel suo ragionamento, chiuse gli occhi e quando Liam si voltò per guardarla, pensò che dormisse, così anche lui la imitò e finì per addormentarsi.
Dopo un po', quando Scarlett riaprì gli occhi, sentì l'odore di sogni, simile allo zucchero filato, e sorrise. Si appoggiò su un gomito e restò a guardare Liam, subito dopo si presentò, prepotentemente, un ricordo sfocato, come i precedenti. C'era un immenso prato con tanti profumati fiori di campo, più un intenso odore di terra, erba... bosco; soffiava un leggero venticello fresco e il cielo era tinto di un rosa pompelmo e qualche sfumatura violacea, i colori della sera... ma poi tutto si dissolse.

Edited by Astrid von Hardenberg - 22/6/2011, 21:15
 
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